Forma e poesia nel jazz 2017

Artisti

Francesco bearzatti, Roberto Gatto, Benjamin Moussay in concerto Dear John (open letter to Coltrane) alle 21.30 del 30/09/2017 a Forma e poesia nel jazz 2017

Roberto Gatto inizia a suonare la batteria sin da bambino, seguendo suo zio Roberto Senzasono, batterista professionista alla fine degli anni '60 (Richky Shayne- Crisalide-Folks-Reale Accademia di Musica).
Dopo alcune apparizioni appena adolescente nell'ambito del rock-progressive, esordisce come batterista jazz nel 1975 con il Trio di Roma insieme a Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli.
Ha poi collaborato con moltissimi artisti, tra i quali si possono ricordare: Mina, Teresa De Sio, Lucio Dalla, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Ivano Fossati, Riccardo Cocciante, Sergio Caputo, Gilberto Gil, Riz Ortolani, Ennio Morricone, Domenico Garzone (Mimmo Magic).
In ambito più strettamente jazzistico vanno citati i suoi lavori con alcuni nomi del calibro di Luca Flores, George Coleman, Enrico Pieranunzi, Lanfranco Malaguti, Chet Baker, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Richard Galliano, Joe Zawinul, Pat Metheny.
Ha inoltre ricevuto vari riconoscimenti come miglior batterista italiano, nel 1983 dal mensile "Fare musica", nel 1991 e nel 1992 da "Guitar club", e nel 1993 dalla rivista "Percussioni".
Oltre alla composizione di colonne sonore con Maurizio Giammarco per Nudo di donna di Nino Manfredi e con Battista Lena per Mignon è partita, Verso sera e Il grande cocomero di Francesca Archibugi, si segnala la sua intensa attività concertistica che lo ha spinto a suonare a ben dieci edizioni dell'Umbria Jazz Festival e a tenere concerti in celebri teatri come l'Olympia di Parigi per il Paris Jazz Festival, al Berklee School Auditorium di Boston e al Blue Note Jazz Club di New York.
Nel 1995 ha suonato nel primo album di Claudio Cusmano, Cammino personale, registrato presso l'AMS Italia.
Nel 1997 il direttore Laurent Cugny della francese Orchestre National de Jazz lo chiama per un tour in Francia ed alcune date in Italia.
Ultimamente si dedica all'attività solistica e suona spesso con la formazione del trombettista Enrico Rava.
Il 30 aprile 2008 il Gruppo l'Espresso pubblica il disco Omaggio al Progressive Rock, registrazione di un concerto tenuto alla Casa del Jazz di Roma il 7 aprile dello stesso anno.

Dear John (open letter to Coltrane)
Francesco Bearzatti sax
Benjamin Moussay  fender rhodes 
Roberto Gatto batteria

Dopo la morte di John Coltrane, avvenuta il 17 luglio 1967, il mondo della musica si è come tutto sintonizzato sul suo stile del periodo di mezzo: quello del quartetto modale, il più accessibile ed euforico, profondamente legato a un’ispirazione spirituale.
Questo stile è diventato parte del linguaggio jazzistico ed è spesso ridotto a pura formula. E’ per questo che per MetJazz 2017 abbiamo chiesto a Francesco Bearzatti (1966) di immaginare un omaggio a John Coltrane. Perché Bearzatti viene stilisticamente da un mondo piuttosto lontano e vive un diverso rapporto tra la musica e valori civili. Eppure come sax tenore non può non fare i conti con Coltrane, con la sua energia, con l’alta aspirazione spirituale, con la lucida apertura di ricerca. Per questo l’omaggio a Bearzatti a Coltrane non può che essere personale ed eccentrico, fin dalla scelta della formazione, un trio rhythm’n’blues (il sound con cui Coltrane è maturato). Ci sono tutte le premesse per affrontare una pagina nuova su Coltrane.

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